Piero V.

GNOME 3: cosa ne penso (a metà)

Ho finalmente provato GNOME 3 su Arch Linux.

Ho scelto questa distribuzione perché avevo letto che era a buon punto con GNOME 3 però richiede un po’ di laboriosità nell’installazione (come avevo già scoperto tempo fa). Comunque niente di che, è molto documentato tutto il processo di installazione nel wiki di Arch.

Avviso subito che ho eseguito il test su VirtualBox con una RAM della scheda grafica limitata a 64MB tuttavia solo ogni tanto ho avuto problemi con le prestazioni grafiche.

Comunque comincio subito con la mia prima impressione: all’inizio GNOME era stato lanciato in Fallback mode per l’assenza di gnome-shell (pensavo fosse una dipendenza e invece no). Nella fallback mode si ha un GNOME 2 con un tema di default leggermente più elegante di GNOME 2 e un unico pannello in alto in stile ubuntu, ovvero con le informazioni sull’utente che comprendono l’instant messaging e le varie opzioni.

È sparito il menu sistema: bisogna cliccare sull’utente quindi su preferenze di sistema.

Se ci cliccate comparirà una finestra che racchiude le varie impostazioni, come volevano gli utenti Windows. Devo dire che comunque è abbastanza comoda.

Come applicazioni sono le solite: un’unica pecca: le applicazioni GTK2+ (tra queste Firefox e Chromium) hanno come tema il Clearlooks.

La vera rivoluzione di GNOME 3 è la shell.

In pratica i menu in alto vengono sostituiti da un menu chiamato Attività che, quando lo si clicca, fa comparire un’anteprima delle finestre, una dock sulla sinistra che non ho ancora capito bene cosa fa e un pannello nascosto sulla destra in cui ci sono penso gli spazi di lavoro.

Con un tasto si può cambiare da Exposé a lista delle applicazioni.

Insomma, gli screenshot che ci sono per la rete sono reali e descrivono la situazione meglio.

Comunque penso che il tutto sia molto giocoso e che ci vuole un po’ di tempo per abituarsi.

Purtroppo queste recensione non può essere completa perché ad un certo punto la shell ha cessato di funzionare e non c’è stato verso di farla riandare.

Spero che questo non sia lo standard della stabilità del progetto perché se no non è per niente adatto all’utente base.

Proverò anche su Debian unstable non appena avrò tempo perché voglio capire meglio il progetto.