Piero V.

E poi mi parli di libertà

Penso a molti di coloro che usano il web sia capitato di sentire della recentissima chiusura di megaupload.com

Ebbene sì. Hanno chiuso megaupload.com e megavideo.com. Due provider che mettevano a disposizione i loro server agli utenti per caricare file grossi e video.

A sfavore di questi due siti è stata di sicuro la vendita di account premium che liberavano dalle limitazioni imposte, soprattutto i fatidici 72 minuti di megavideo.com.

Penso che chiunque sia abituato ad utilizzare megaupload spesso avesse già notato il cambio look e la rimozione del tempo di attesa anche per gli utenti free (non so se anche per quelli non registrati), dovuto proprio alla rivolta contro le case discografiche.

La chiusura comunque è arrivata, ovviamente per la difesa del copyright. Ed è stata effettuata dagli Stati Uniti.

Innanzitutto volevo dire che molti file protetti dal diritto d’autore sono stati rimossi col tempo e, da come ricordo, erano contro i “Terms of Service”, perciò erano gli utenti a violare il regolamento del sito caricandoli.

Inoltre la sede di Megaupload era ad Hong Kong, perciò questa è l’ennesima prova del comportamento degli Stati Uniti, che però si sono salvati grazie a dei server che erano ospitati in Virginia.

Prima con SOPA e PIPA ed adesso la chiusura di Megaupload.

Dov’è finita la tanto declamata libertà?

Ah, forse è qui da noi in Europa, dove non abbiamo i brevetti software e le leggi di censura del web sono considerate come violazioni dei diritti fondamentali degli utilizzatori di internet.

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